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LE TORRI COSTIERE DELL'ARGENTARIO

LE TORRI COSTIERE DELL'ARGENTARIO

LE TORRI COSTIERE DELL'ARGENTARIO

La Torre di Lividonia


La Torre di Lividonia si trova nella parte occidentale dell'abitato di Porto Santo Stefano, all'estremità nord-occidentale del promontorio dell'Argentario, lungo la strada panoramica costiera.
La torre costiera fu fatta costruire dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento per implementare il sistema difensivo dello Stato dei Presidii, con funzioni di avvistamento verso nord e verso ovest. Tuttavia, il progetto per la realizzazione della torre è da attribuire all'ingegnere militare Francesco De Marchi, che ebbe l'incarico conferitogli nel 1548 dal governo della Repubblica di Siena, proprio negli ultimi anni in cui l'intero territorio era controllato dai Senesi.
La fortificazione ha svolto funzioni militari fino ai primi decenni dell'Ottocento, quando è iniziata la progressiva dismissione a seguito dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana.
In epoca ottocentesca la torre subì una incursione piratesca nel 1814 e, alcuni anni dopo, ci fu un progetto per la realizzazione di un faro proprio presso la preesistente struttura difensiva costiera, che però non venne mai attuato. Nel 1867, dopo essere stata completamente dismessa dalle originarie funzioni militari, la torre fu venduta a privati e, durante il secolo scorso, si è ritrovata addossata a nuovi edifici abitativi.
Recenti restauri hanno permesso di riportare la torre all'antico splendore, grazie anche all'ottimo stato di conservazione in cui si è sempre mantenuta.
[modifica] Aspetto attuale
La Torre di Lividonia si presenta come una struttura architettonica a pianta quadrangolare, disposta su tre livelli, con un basamento a scarpa cordonato sul quale poggia la parte superiore dell'edificio turriforme. L'originaria porta d'ingresso rettangolare modanata si apre al primo piano, sopra il cui architrave è collocato uno stemma gentilizio; alla porta si giunge attraverso una rampa di scale esterna.Le pareti esterne alternano tratti rivestiti in pietra a tratti scialbati, con una serie di feritoie che si aprono ad altezze diverse e due finestre (una per ciascun livello superiore) che si aprono sulla parete cha si affaccia in direzione del mare.




La parte alta della torre risulta priva di coronamenti sommitali, con una terrazza che in passato era utilizzata dalle sentinelle per le funzioni di avvistamento; sul lato in cui si apre la porta d'ingresso era originariamente presente una caditoia, della quale rimane solo una struttura muraria sopraelevata, che garantiva maggiori condizioni di sicurezza nel controllare gli accessi alla struttura difensiva.

la Torre della Cacciarella

La Torre della Cacciarella è situata lungo il tratto costiero occidentale del promontorio dell'Argentario.
La torre fu costruita poco dopo la metà del Cinquecento dagli Spagnoli, quando oramai l'intero territorio apparteneva allo Stato dei Presidii.
Poco dopo la sua costruzione, la struttura difensiva costiera subì un tentativo di assalto condotto dal pirata Aydin Rais, che però venne contenuto dalle guarnigioni che vi prestavano servizio.







La struttura conservò praticamente intatti gli originari elementi architettonici fino all'Ottocento, epoca in cui furono effettuati alcuni interventi di ristrutturazione, che culminarono nel 1825 con la costruzione di una cappella annessa e di un'altra struttura con funzioni di avvistamento. Il complesso difensivo venne abbandonato alla fine del medesimo secolo a seguito della sua dismissione.
Aspetto attuale [modifica]La Torre della Cacciarella sorge in posizione dominante su un promontorio che domina l'omonima cala sottostante, all'interno di una vasta proprietà privata.
La struttura difensiva costiera, parzialmente crollata a seguito del lungo periodo di degrado conseguente al suo abbandono, conserva unicamente l'originario basamento a scarpa a sezione quadrata, con mura massicce rivestite in pietra, ove si apre al pian terreno un'apertura ad arco tondo, preceduta da una coppia di gradini, che in passato costituiva un accesso secondario alla torre. L'ingresso principale si trovava infatti al piano rialzato ed era raggiungibile attraverso una perduta rampa di scale che culminava con un ponte levatoio.
Attorno al rudere, sono presenti resti di cortine murarie che cingevano originariamente la torre costiera.

Torre di Cala Grande





La Torre di Cala Grande è situata lungo la costa occidentale del promontorio presso l'omonima cala. La torre fu costruita dai Senesi in epoca rinascimentale, più precisamente nel corso del Quattrocento, con funzioni difensive e di avvistamento lungo quello che, in quell'epoca, era il tratto costiero meridionale della Repubblica di Siena. Originariamente, era denominata Torre di Poggio de' Porri. La fortificazione fu ristrutturata in epoca tardocinquecentesca dagli Spagnoli, per implementare e migliorare il sistema difensivo dello Stato dei Presidii e per proteggere le coste più occidentali dell'Argentario. In epoca settecentesca la torre venne ulteriormente armata nel 1739 e, nel 1779, con un intervento di ristrutturazione le venne conferito un aspetto maggiormente fortificato. Nel periodo ottocentesco fu costruita presso la torre la cappella della Madonna del Rosario, in seguito perduta. La torre ha svolto le proprie funzioni di avvistamento, difesa ed offesa fino alla fine dell'Ottocento quando il complesso, che nel frattempo era passato al Ministero della Difesa a seguito dell'Unità d'Italia, fu profondamente modificato e trasformato in un faro, la cui gestione fu affidata alla Marina Militare. Nella seconda metà del secolo scorso venne dismesso anche il faro, il complesso fu venduto a privati e trasformato in edificio abitativo. Aspetto attualeLa Torre di Cala Grande presenta un aspetto completamente alterato rispetto all'originario impianto tardocinquecentesco. I lavori, che hanno portato alla trasformazione del complesso da torre di avvistamento a faro, si sono svolti tra il tardo Ottocento e i primi anni del Novecento; sono risultati determinanti nel cambiamento dell'aspetto originario della struttura. Le strutture murarie che costituivano la torre si sono venuti a trovare completamente incorporate all'interno dell'attuale complesso. Restano distinguibili alcuni tratti delle originarie strutture murarie in pietra, con cordonatura che delimitava nella parte alta il basamento a scarpa, che si è conservato assieme alla caratteristica rampa di scale che conduce al piano rialzato a quella che costituiva l'unica porta di accesso alla struttura difensiva. Originariamente, la torre si presentava a sezione quadrata, priva di coronamenti sommitali.

la Torre di Calamoresca













La Torre di Cala Moresca è una torre costiera situata lungo il tratto litoraneo nord-occidentale del promontorio dell'Argentario, su un piccolo poggio che domina l'omonima cala, raggiungibile dalla strada panoramica costiera.
La torre fu costruita dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento per rafforzare il sistema difensivo lungo la costa dello Stato dei Presidi.
Rispetto ad altre strutture difensive presenti lungo il promontorio, per cause incerte questa torre assunse tuttavia un ruolo sempre più marginale nel corso del tempo, tanto che in alcune mappe di epoca settecentesca viene completamente omessa. Proprio sul finire di quel secolo la torre risultava già abbandonata, tanto che la cala sottostante risultò essere un punto debole durante alcune incursioni piratesche negli anni seguenti.
Il rapido degrado della struttura è stato reso inesorabile anche dalla piena esposizione del luogo ai venti che hanno contribuito a determinare rapidi fenomeni erosivi delle strutture edilizie.
La Torre di Cala Moresca si presenta sotto forma di ruderi, dove risulta ancora ben conservato il basamento a scarpa cordonato a pianta quadrangolare, con pareti rivestite in pietra, che nell'insieme si presenta come un imponente blocco troncopiramidale.
Al di sopra il cordone che delimita in alto il basamento, rimangono solo pochissimi resti delle strutture murarie che costituivano la parte superiore della torre costiera, che originariamente si sviluppava su tre livelli con feritoie presenti a varie altezze per permettere lo svolgimento di funzioni di difesa attiva..

la Torre di Cala Piccola

La torre di Cala Piccola, nota anche come torre di Cala Piatti, è situata presso il tratto litoraneo occidentale del promontorio dell'Argentario, all'interno dell'area di proprietà di un residence alberghiero.







La torre fu costruita dai Senesi in epoca rinascimentale, più precisamente nel corso del Quattrocento, come punto di riferimento per il sistema difensivo del tratto costiero meridionale della Repubblica di Siena. L'attuale fortificazione costiera fu ricostruita dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, per potenziarla e renderla più funzionale nello svolgere funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva nell'ambito del sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii.
La torre continuò a svolgere le proprie funzioni originarie per molti secoli, anche nel corso dell'Ottocento, quando entrò a far parte temporaneamente del Granducato di Toscana; dopo l'Unità d'Italia fu decisa la sua dismissione e venduta a privati nel 1867.
Nel secolo scorso la fortificazione è stata inglobata nell'area dell'attuale residence alberghiero.
La torre di Cala Piccola si presenta a pianta circolare, con possente basamento a scarpa cordonato che nell'insieme si presenta come un imponente struttura conica tronca, sulla quale poggia la parte superiore dell'edificio turriforme, che si sviluppa su tre livelli.
Le pareti esterne si presentato a tratti rivestite in pietra e a tratti con intonaco scialbato, con alcune feritoie e piccole finestre quadrate che si aprono ad altezze diverse; la porta di accesso alla torre si apre al piano rialzato ove si giunge attraverso una caratteristica rampa di scale esterna che si articola sulla parte rivolta verso terra.
La parte alta risulta priva di coronamenti, con la terrazza sommitale che originariamente era usata dalle sentinelle per le funzioni di avvistamento.

la Torre di Capodomo













La Torre di Capodomo è una torre costiera situata a circa 350 metri s.l.m., sulla vetta dell'omonimo poggio, che si eleva nella parte sud-occidentale del promontorio dell'Argentario, in posizione dominante verso il mare, pressoché a metà strada tra le frazioni di Porto Santo Stefano e Porto Ercole.
La torre fu costruita in epoca medievale molto probabilmente dagli Aldobrandeschi, prima che gran parte dei loro territori entrasse a far parte della Repubblica di Siena, ove venne inglobato interamente il promontorio dell'Argentario. Nella seconda metà del Cinquecento la torre divenne un riferimento fondamentale per il sistema difensivo dello Stato dei Presidi, potendo inviare segnalazioni luminose tra la Torre di Cala Piccola e la Torre della Maddalena, tra loro impossibilitate a comunicare visivamente.
La torre continuò a svolgere per secoli le originarie funzioni di avvistamento a cui era adibita, venendo definitivamente dismessa soltanto in epoca ottocentesca. La sua posizione in un luogo impervio e difficilmente accessibile fece sì che non ci fosse l'interesse all'acquisto da parte di privati, e così l'antica struttura difensiva andò incontro ad un rapido degrado, favorito purtroppo anche dal luogo particolarmente esposto all'azione dei venti.
La Torre di Capo d'Uomo si presenta sotto forma di ruderi ben visibili, in posizione dominante, anche in lontananza dalla strada panoramica che si snoda lungo la costa occidentale del promontorio dell'Argentario.
La torre conserva l'abbozzo del basamento a scarpa a pianta quadrangolare, oltre ai resti murari in pietra delle pareti esterne che caratterizzavano la sua parte superiore; attorno ad essa vi sono i resti di un coevo edificio annesso di cui non sono tuttora note quelle che erano le sue funzioni.
Dalla collina della torre il campo visivo spazia lungo tutta la costa maremmana, verso l'Isola del Giglio, Giannutri e, nelle giornate terse, è ben visibile anche la Corsica: tutto ciò, dimostra l'importanza della fortificazione nei secoli passati nello svolgimento delle funzioni di avvistamento.


la Torre della Maddalena

La Torre della Maddalena è una torre costiera è situata su un poggio a picco sul mare, lungo la sponda occidentale del promontorio dell'Argentario, raggiungibile dalla strada panoramica costiera.
La struttura fortificata costiera fu costruita dai Senesi nel corso del Quattrocento come luogo da cui poter svolgere funzioni avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto di mare ad ovest del


promontorio: all'epoca costituiva uno dei punti di riferimento del sistema difensivo costiero lungo il litorale meridionale della Repubblica di Siena.
Nella seconda metà del Cinquecento, il complesso passò agli Spagnoli che effettuarono lavori di ristrutturazione ed ampliamento, conferendo alla preesistente struttura un aspetto ulteriormente fortificato, adattando la torre al più imponente sistema difensivo dello Stato dei Presidii, potendo comunicare sia con la Torre delle Cannelle a est che con la Torre di Capo d'Uomo a nord, dalla cui posizione dominante veniva messa in comunicazione con le altre torri situate a nord-ovest e da lì non visibili.
La fortificazione costiera svolse funzioni di avvistamento, di difesa ed offesa fino agli inizi dell'Ottocento, epoca in cui l'Argentario entrò a far parte del Granducato di Toscana. Nel 1834 fu decisa la sua definitiva dismissione dalle originarie funzioni militari e, nel 1867, venne infine venduta a privati.
[modifica] Aspetto attualeLa Torre della Maddalena si presenta come una struttura architettonica a pianta quadrangolare, poggiante su un possente basamento a scarpa cordonato.Le strutture murarie esterne si presentano prevalentemente scialbate, pur rimanendo visibili vari blocchi di pietra di rivestimento, risalenti all'epoca di costruzione. Ad altezze diverse si aprono alcune feritoie, in passato utilizzate per svolgere funzioni di difesa attiva; la porta di accesso, al piano rialzato, era raggiungibile attraverso una rampa di scale esterna.
La parte alta della torre si presenta piuttosto irregolare, con alcuni elementi architettonici che emergono dalla terrazza sommitale di avvistamento, che in passato quasi sicuramente costituivano gli innesti per le caditoie.
Sui lati rivolti verso terra, la struttura difensiva si presenta ulteriormente fortificata, grazie ad alte cortine murarie che la cingono, costituendo di fatto un piccolo fortilizio, che venne aggiunto durante i lavori di riqualificazione effettuati dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, garantendo ulteriori margini di sicurezza alla torre costiera.

La Torre delle Cannelle


La Torre delle Cannelle è una torre costiera situata in posizione a picco sul mare lungo la sponda sud-occidentale del promontorio dell'Argentario, raggiungibile dalla strada panoramica litoranea.
Costruita su progetto dell'architetto Francesco di Giorgio Martini in epoca rinascimentale, più precisamente durante il Quattrocento, la torre sorse come luogo con funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto litoraneo meridionale della Repubblica di Siena.
La struttura difensiva costiera fu ulteriormente rafforzata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, con lo scopo di farla diventare uno dei punti inespugnabile all'interno del sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidii, visto il precedente di un'incursione piratesca che ebbe come obiettivo proprio questa torre nel 1514.
La torre svolse le sue funzioni militari, con compiti di difesa e di avvistamento, fino alla fine dell'Ottocento, dopo essere diventata temporaneamente un presidio napoleonico all'inizio dei quel secolo, ed essere successivamente passata al Granducato di Toscana, sotto la cui amministrazione vennero migliorate alcune strutture preesistenti.


. La decisione della definitiva dismissione avvenne quando oramai era già stata raggiunta l'Unità d'Italia e venne riorganizzato il sistema difensivo lungo la costa del promontorio dell'Argentario. In seguito, la torre venne venduta a privati.
Aspetto attuale [modifica]La Torre delle Cannelle si presenta a pianta esagonale (unica torre costiera toscana con tale planimetria), disposta su tre livelli, poggiante su un possente ed alto basamento a scarpa cordonato.
Le strutture murarie, che in alcuni punti superano lo spessore di 3 metri, si presentano esternamente prevalentemente scialbate. La parte alta presenta un tratto coronato da archetti ciechi e mensole su cui trova appoggio il muro protettivo della terrazza sommitale. Di epoca relativamente recente è il seminterrato che è stato ricavato all'interno dell'edificio turriforme, nello spazio racchiuso dal basamento a scarpa.
La torre è circondata quasi interamente da un ampio fortilizio a pianta poligonale irregolare, delimitato da alte e spesse cortine murarie, sul cui lato che guarda verso terra è presente un edificio annesso che originariamente ospitava gli alloggi della guarnigione. La costruzione del fortilizio, che presenta sul lato rivolto verso terra due vertici basionati, risale agli interventi di rafforzamento effettuati dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento; di epoca successiva risulta invece il fabbricato incorporato, la cui esistenza è accertata per la prima volta attorno alla metà dell'Ottocento.

Torre della Ciana


La Torre Ciana si trova all'estremità meridionale , sulle pendici di un promontorio situato alcuni chilometri a ovest rispetto alla non lontana Torre Avvoltore, raggiungibile attraverso la strada panoramica costiera.
La struttura difensiva costiera fu costruita dai Senesi nel corso del Quattrocento, probabilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini, per rafforzare il sistema difensivo lungo il tratto litoraneo meridionale del territorio della Repubblica di Siena. La torre era stata infatti realizzata su un promontorio con funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto costiero meridionale dell'Argentario.
Nella seconda metà del Cinquecento, la torre divenne uno dei punti di riferimento per il sistema difensivo dello Stato dei Presidii; in questo periodo la struttura venne ulteriormente fortificata dagli Spagnoli al fin di migliorarne la funzionalità.
La torre subì gravi danneggiamenti a seguito di una violenta incursione piratesca avvenuta poco prima della metà del Settecento, più precisamente nel 1740. Dopo aver ripreso le sue funzioni, divenne un temporaneo presidio napoleonico agli inizi dell'Ottocento, per poi passare in seguito nel territorio amministrato dal Granducato di Toscana.
Definitivamente dismessa dopo l'Unità d'Italia, nel 1877 fu venduta a privati.
La Torre Ciana si presenta come una struttura architettonica a pianta circolare, disposta su tre livelli, con un possente basamento a scarpa cordonato sul quale trova appoggio la parte superiore dell'edificio turriforme.
Le pareti esterne si presentano con alcuni tratti rivestiti in pietra ed altri con intonaco scialbato; in alcuni punti si aprono feritoie e piccole finestre da cui venivano svolte, in caso di necessità, le funzioni di difesa attiva.
La porta di accesso è situata al piano rialzato, sopra il cordone del basamento a scarpa, ma è rimasta isolata a seguito della scomparsa dell'originaria rampa di scale esterna che vi conduceva; la parte alta, priva di coronamento, presenta i segni del degrado e dell'abbandono dell'ultimo secolo, pur essendo visibili i resti di mensole sporgenti che costituivano l'appoggio per l'originario coronamento sommitale.
La torre è circondata dai resti delle cortine murarie che cingevano il fortilizio eretto dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, dai quali è possibile identificare la pianta trapezoidale che lo caratterizzava, addossandosi con il lato corto alla parete esterna della torre rivolta verso terra.

la Torre dell'Avvoltore














La Torre dell'Avvoltore, o più semplicemente Torre Avvoltore, si trova all'estremità sud-orientale sulle pendici di un promontorio situato alcuni chilometri a sud-ovest di Porto Ercole, raggiungibile attraverso la strada panoramica costiera.
La torre fu costruita dagli Aldobrandeschi in epoca medievale come punto strategico di avvistamento verso sud; successivamente, entrò a far parte della Repubblica di Siena continuando a svolgere le originarie funzioni. Proprio i Senesi nel 1459 ricostruirono interamente la struttura difensiva, conferendole l'attuale aspetto fortificato.
Dalla seconda metà del Cinquecento la torre divenne uno dei punti di riferimento del sistema difensivo dello Stato dei Presidi; nel 1566 gli Spagnoli effettuarono una serie di lavori di riqualificazione e potenziamento del complesso, per meglio integrarlo nel più funzionale e moderno dispositivo difensivo costiero, nell'ambito del quale svolgeva efficaci funzioni di avvistamento e di segnalazione, potendo comunicare visivamente con il Forte Stella a est (la Torre dell'Acqua risultava già abbandonata) e con Torre Ciana a ovest.
La torre fu gradualmente dismessa a partire dalla prima metà dell'Ottocento, dopo l'annessione del Monte Argentario al Granducato di Toscana; la sua definitiva chiusura e la vendita a privati avvenne comunque dopo l'Unità d'Italia.
I restauri effettuati durante il secolo scorso hanno permesso di conservare integralmente l'antica fortificazione costiera.
La Torre dell'Avvoltore si presenta come una possente struttura a pianta quadrangolare, con imponente basamento a scarpa cordonato che nell'insieme presenta una volumetria troncopiramidale su cui poggia la parte superiore dell'edificio turriforme.
La porta di accesso si apre al piano rialzato, in posizione angolare destra, su uno dei lati rivolti verso terra; è raggiungibile attraverso una rampa esterna di scale, originariamente munita di ponte levatoio terminale in seguito sostituito da uno ligneo fisso.
Le pareti esterne alternano alcuni tratti rivestiti in pietra ad altri con intonaco scialbato; una serie di feritoie ed alcune finestrelle quadrangolari si aprono ad altezze diverse, pur corrispondendo esternamente nell'insieme ai rispettivi livelli in cui è articolato il complesso. La parte alta è priva di coronamenti sommitali, pur essendo visibili due mensole sporgenti che interessano rispettivamente il lato orientale e quello meridionale.
La torre è circondata nell'insime da una serie di alte e spesse cortine murarie di cinta, munite anch'esse di feritoie, che garantivano un ulteriore dispositivo di sicurezza alla struttura difensiva delimitandola sui tre lati rivolti verso terra. Tra le cortine murarie del fortilizio esterno e l'edificio turriforme si trova un edificio annesso, attualmente ad uso abitativo, che in passato era adibito anch'esso a funzioni militari. Il fortilizio protettivo esterno risale agli interventi di riqualificazione effettuati dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento.

la Torre del Calvello

La Torre del Calvello è una torre costiera situata nel comune di Monte Argentario, lungo la costa settentrionale del promontorio dell'Argentario, sulla piccola altura che domina Cala del Pozzarello e che si eleva ai piedi del più alto poggio sul quale sorge il Forte del Pozzarello.


La torre fu costruita dagli Spagnoli poco dopo la metà del Cinquecento, quando l'intera zona apparteneva già allo Stato dei Presidii. Integrata nel sistema difensivo del promontorio dell'Argentario, le sue funzioni erano quelle di avvistamento e di difesa della costa settentrionale del promontorio, potendo comunicare in caso di pericolo con le vicine torri situate lungo il medesimo tratto costiero attraverso i caratteristici segnali luminosi.
All'inizio dell'Ottocento, durante il periodo napoleonico, nei pressi della torre fu costruito un altro fortino, oggi scomparso, che serviva a rafforzarne il sistema difensivo. Nel 1859 la struttura venne completamente disarmata e in seguito venduta a privati.
Durante la seconda guerra mondiale, più precisamente nel 1943, l'edificio venne semidistrutto nel corso di un bombardamento.
La Torre del Calvello, situata all'interno del parco di una struttura alberghiera, conserva solo alcuni dei suoi resti dopo essere stata colpita dai bombardamenti del 1943.
Originariamente, la struttura difensiva era cinta da una cortina muraria poligonale, che racchiudeva l'area di acceso, ove una rampa di scale esterna con ponte levatoio sommitale conduceva al portone d'ingresso che si apriva al piano rialzato.
Dell'antica torre si conservano soltanto i resti murari in pietra del basamento a scarpa a pianta quadrata, su cui poggiava la parte superiore della struttura turriforme che, nell'insieme, si sviluppava su tre livelli.

la Torre della Peschiera di Nassa

La Torre della Peschiera di Nassa è situata lungo la costa settentrionale del promontorio dell'Argentario, non lontano dal porto di Santa Liberata e dalla Torre di Santa Liberata.La torre costiera fu costruita in epoca medievale con funzioni difensive e di avvistamento sul canale di accesso alla Laguna di Orbetello e sul vicino Tombolo della Giannella. La sua costruzione risale quasi certamente al periodo in cui gli Aldobrandeschi controllavano i centri di Porto Ercole e Talamone, e più in generale l'intera area attorno al promontorio dell'Argentario.Durante il Quattrocento la struttura difensiva fu riqualificata dai Senesi, per migliorare il sistema difensivo costiero della zona che, in quell'epoca, vide anche la costruzione di altre torri.

Dopo un assalto condotto con successo nel 1552 dalle truppe francesi, la torre entrò a far parte del territorio dello Stato dei Presidii, divenendo uno dei punti strategici per il sistema difensivo dell'Argentario.

Durante l'assedio di Orbetello del 1646, la fortificazione fu teatro di una battaglia tra soldati francesi e spagnoli.

Nelle epoche successive, la torre continuò a svolgere le proprie funzioni difensive, che furono notevolmente rafforzata agli inizi dell'Ottocento durante il periodo napoleonico; nel 1802 vi fu costruita anche la cappella della Madonna di Loreto. Tuttavia, la sua definitiva dismissione alla fine dell'Ottocento comportò un inesorabile periodo di abbandono che ha determinato in seguito il crollo della parte superiore dell'edificio turriforme.

La Torre della Peschiera di Nassa, così denominata per la presenza della vicina peschiera, si trova in posizione rialzata nei pressi della strada che costeggia la costa settentrionale del promontorio dell'Argentario, non lontano dalla Torre di Santa Liberata, dal porto-canale e dall'estremo lembo meridionale del Tombolo della Giannella.Dell'antica torre si conserva soltanto l'imponente basamento a scarpa a sezione quadrata delimitato in alto dalla cordonatura che costituisce la sommità del rudere, le cui spesse mura rivestite in pietra danno l'idea di quanto fosse imponente la struttura turriforme originaria prima che il crollo ne determinasse la perdita della parte superiore.Originariamente, la struttura si sviluppava su tre livelli, culminando con una merlatura sommitale che delimitava la terrazza dalla quale le sentinelle svolgevano le funzioni di avvistamento sia verso il mare aperto che verso la laguna.




la Torre dell'Argentiera





La Torre dell'Argentiera è ubicata nella parte settentrionale del promontorio dell'Argentario, non lontana dall'abitato di Porto Santo Stefano.
La torre fu costruita in epoca medievale quando l'intero territorio era controllato dagli Aldobrandeschi. In quell'epoca l'edificio turriforme si trovava al centro di un'area racchiusa dalle cortine murarie di un fortilizio esterno. Passata successivamente alla Repubblica di Siena venne in larga parte ricostruita nel 1442, pur conservando alcuni degli elementi architettonici preesistenti.
Nella seconda metà del Cinquecento, con il passaggio del Monte Argentario nello Stato dei Presidi, la fortificazione divenne un punto di avvistamento di secondaria importanza nel sistema difensivo del promontorio ideato dagli Spagnoli, tanto che in alcuni documenti e mappe risalenti al Seicento la torre viene spesso definita abbandonata oppure non viene affatto menzionata.
La precoce dismissione della struttura difensiva determinò il lento ma inesorabile degrado a cui andò incontro l'intero complesso, determinando l'inevitabile perdita del fortilizio esterno nel corso del tempo; attualmente, la struttura architettonica militare è di proprietà comunale.
Attualmente la Torre dell'Argentiera si presenta a sezione quadrangolare, priva di basamento a scarpa, con spesse strutture murarie rivestite in pietra calcarea ove si aprono alcune feritoie ad altezze diverse; sul lato settentrionale si trovava la porta d'ingresso alla torre che risultava raggiungibile attraverso una perduta rampa di scale esterna che culminava quasi certamente con un ponte levatoio. La porta di accesso, di forma rettangolare architravata, culmina con un pregevole arco a tutto sesto di chiare origini medievali. Nel complesso, la torre si articola su tre livelli.
La parte sommitale, rimasta priva di coronamento a causa del lungo degrado, presentava originariamente una merlatura sommitale che delimitava la terrazza dalla quale le sentinelle svolgevano le loro funzioni di avvistamente e di emissione di segnali luminosi in caso di pericolo, per poter comunicare con le altre torri dell'area.
L'edificio turriforme è situato al centro di un'area circolare delimitata dai resti delle cortine murarie dell'antico fortilizio esterno di epoca medievale.

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il Forte Stella



Il Forte Stella è una caratteristica fortificazione costiera situata nel comune di Monte Argentario. La sua ubicazione è nei pressi di Porto Ercole, su un promontorio che si eleva a ovest dell'abitato, non lontano dalla Spiaggia dello Sbarcatello. In passato, costituiva uno dei baluardi del sistema difensivo del promontorio dell'Argentario.
La fortificazione venne edificata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, quando l'intera zona entrò a far parte dello Stato dei Presidii, all'interno del quale costituiva uno dei punti strategici dell'intero sistema difensivo, potendo comunicare visivamente con la Torre dell'Avvoltore a ovest, con la rocca aldobrandesca di Porto Ercole e addirittura con la Torre di San Pancrazio sul promontorio di Ansedonia a est.
Il luogo scelto per la costruzione della struttura difensiva era quello in cui sorgeva il Forte Sant'Ippolito, di origini rinascimentali, che rappresentava uno dei capisaldi del preesistente sistema difensivo della parte sud-orientale del promontorio dell'Argentario: parte di esso fu incorporato nella parte centrale della nuova fortificazione, riadattandolo ad essa.
I lavori di costruzione furono effettuati dopo la realizzazione del Forte Filippo e dopo la ristrutturazione e riqualificazione della più antica rocca aldobrandesca, fortificazioni entrambe situate nell'abitato di Porto Ercole. Gli Spagnoli, per la costruzione del nuovo complesso fortificato, si rivolsero a Cosimo I de' Medici che affidò la direzione dei lavori agli architetti Bernardo Buontalenti e Giovanni Camerini, che elaborarono il progetto per la struttura difensiva nel 1558; la parte centrale preesistente, di epoca rinascimentale, fu realizzata probabilmente su progetto dell'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini.
La realizzazione dell'imponente fortificazione richiese moltissimo tempo, tanto che i due architetti incaricati del progetto direttamente da re Filippo II di Spagna non riuscirono mai a vederla terminata. Sembra, infatti, che il completamento dell'opera si sia concluso soltanto nella seconda metà del Seicento, pur essendo stato seguito fino in fondo il progetto elaborato nel secolo precedente: in una raffigurazione del 1646 la struttura fortificata risultava ancora incompleta, apparendo ancora con una planimetria diversa da quella del progetto.
Le funzioni svolte in passato dalla fortezza erano prevalentemente quelle di avvistamento, grazie alla possibilità di un'ottima osservazione lungo un tratto di costa che spazia dalla sponda meridionale dell'Argentario fino al promontorio di Capo Linaro oltre la città di Civitavecchia. La sua graduale dismissione avvenne nel corso dell'Ottocento, quanto l'intera zona passò prima temporaneamente al Granducato di Toscana e poi al Regno d'Italia. Proprio negli anni successivi all'Unità d'Italia, fu decisa la sua definitiva dismissione dalle originarie funzioni militari.
Rimasta di proprietà demaniale, l'intera struttura fortificata è stata oggetto di restauri effettuati negli anni novanta del secolo scorso, che l'hanno riportata agli antichi splendori, permettendo un ottimo stato di conservazione. Nel 2004, il Forte Stella è stato lo scenario di una serie di spot pubblicitari televisivi della compagnia di telefonia mobile TIM.
Il Forte Stella si presenta come un'imponente fortificazione, caratterizzata dalla presenza di due fortilizi, uno esterno ed uno interno.
L'area in cui sorge il forte propriamente detto è delimitata da un fortilizio esterno che si sviluppa a forma quadrangolare, con un bastione pentagonale che racchiude ciascuno dei quattro angoli del perimetro. Le cortine murarie del fortilizio esterno, con basamento a scarpa, racchiudono l'area interna sulla quale sorge il forte propriamente detto; esternamente si articolava in passato un sistema di fossati che rendevano ancor più protetto e sicuro l'accesso al complesso. Per superare il fortilizio esterno è necessario percorrere una lunga rampa in ascesa che conduce alla porta che si apre sul lato nord-orientale della cortina muraria esterna. La porta di accesso al complesso, sovrastata da un arco a tutto sesto poggiante su due cordoni orizzontali, è preceduta da un ponte che ha sostituito in epoca moderna il perduto ponte levatoio originario. Il tratto di cortina muraria ove si apre la porta è protetta da un rivellino, realizzato soltanto nel Settecento, ove spiccano due lunghe fessure verticali affiancate da una feritoia per lato, che proteggevano ulteriormente l'ingresso al forte dando maggiori garanzie di sicurezza nel controllo degli accessi. Da segnalare, infine, la presenza di due grandi stemmi lungo il prospetto frontale.
L'area racchiusa all'interno del fortilizio esterno bastionato costituisce il basamento su cui sorge il forte propriamente detto, realizzato sul preesistente Forte Sant'Ippolito , che si sviluppa con una caratteristica pianta stellata a sei punte, con spessissime e alte cortine murarie costituite da un possente basamento a scarpa delimitato superiormente da un marcapiano, sopra il quale poggia il parapetto, dotato di camminamento di ronda, che delimita l'ampia terrazza sommitale, originariamente usata dalle sentinelle per funzioni di avvistamento e per inviare segnalazioni luminose alle altre torri in caso di pericolo. Lungo le cortine murarie del fortilizio interno si aprono numerose feritoie, a protezione ulteriore del cuore della struttura difensiva costiera. Al vertice orientale del fortilizio interno si è conservata una delle originarie garitte con campanile a vela, che caratterizzavano originariamente ciascun vertice del forte propriamente detto.
All'interno, si tengono mostre e rassegne culturali durante il periodo estivo. L'illuminazione naturale degli ambienti interni è data da un'apertura a forma esagonale che si apre al centro della terrazza sommitale.

il Convento dei Passionisti




















Sul versante del monte in direzione Punta Telegrafo si trova il convento dei Passionisti,casa madre della congregazione religiosa fondata nel XVIII secolo da san Paolo della Croce.
Un luogo tranquillo e ombreggiato anche d’estate lontano dalla folla di villegianti. Da qui, si ha una bella vista su Orbetello, la laguna e il tombolo della Giannella, che aiuta a capire meglio la morfologia della laguna.
Si può visitare la cappella del convento, piccola e racolta, e, volendo, inginocchiarsi in preghiera nello stesso posto in cui sostò il Papa Giovanni Paolo II nell’anno 2000.
Bellezza architettonica e natura integra
Tra il verdeggiare dei boschi spicca già sulla strada della Giannella un punto bianco che, avvicinandosi, rivela tutta la sua bellezza architettonica. È il Convento della Presentazione dove oggi vivono una decina di Padri Passionisti. Il convento recentemente restaurato, sorge su un ampio piazzale circondato da una natura generosa e ancora lasciata integra.
Salendo poco più su si trova il ritiro di San Giuseppe che un tempo ospitava i novizi e che adesso, pur non essendo abitato, viene mantenuto in ottimo stato grazie all’opera di numerosi volontari. La vetta del Monte, Punta Telegrafo, si pone come culmine di un itinerario di grande suggestione in cui rifugiarsi per godere una pace che solo luoghi come questo riescono a offrire.
Un segno di civiltà e spiritualità
Nella Maremma del XVIII° secolo, dominata da corsari, malaria e da un’atmosfera di silenzio e di morte, San Paolo della Croce volle lanciare una sorta di “sfida” costruendo un convento che avrebbe costituito, nel tempo, un segno di civiltà e spiritualità. La storia vuole che fosse proprio il Santo a tracciare per terra con un bastone il semplice schema (un rettangolo) della chiesa, votata alla povertà ed all’austerità, come voleva la sua regola che, al tempo stesso, non disdegnava nessun “ornamento prezioso atto ad accrescere maestà e decenza al divin culto”.
Dal semplice tracciato del fondatore, in ripetuti interventi, si approdò, intorno alla fine del ’700, alla chiesa attuale e dal nucleo iniziale delle povere celle, si giunse, un secolo più tardi, al bastione che domina sull’Aurelia da Ansedonia ad Albinia. Il nucleo sorto quando viveva il santo, grazie al recente restauro, è oggi abbastanza riconoscibile e fruibile. Anche la chiesa è stata restituita a quella omogeneità che le fu data, nel 1780/82, dal “capomastro” Michele Rusconi.
Inserita nel corpo del complesso, la chiesa si presenta con una facciata neoclassica; l’interno appare quasi circolare, decorato con stucchi di gusto barocco, e conserva alcune opere di rilievo come la grande tela della Presentazione di Maria al Tempio significativamente collocata nell’abside a ricordare l’intitolazione della chiesa.
Sull’altare del transetto sinistro è collocato il dipinto di San Michele Arcangelo, protettore dei Passionisti, pregevole copia ottocentesca della celebre immagine di Guido Reni (Roma, chiesa di Santa Maria della Concezione).
Nella cappella a destra dell’ingresso si trova un quadro significativo per la storia del convento: La Madonna col Bambino che consegna a san Paolo della Croce il progetto del convento, opera del 1880 del pittore mancianese Pietro Aldi, che offre anche un interessante scorcio su Orbetello e la laguna visti dall’Argentario.

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